lunedì 6 giugno 2011

Intervista



Puntare sulla linea verde»
Il consiglio di Nuccio Buda, ex presidente della Palmese

VIBO VALENTIA - Passionale, competente,mai una polemica, mai una parola fuori posto. Se tutti fossero come lui, il calcio dilettantistico calabrese sarebbe un'isola felice e non quel luogo dove ogni domenica personaggi di dubbia moralità si lasciano andare in comportamenti censurabili.
Nuccio Buda, già dirigente della Palmese, ha dimostrato con i fatti come si può allestire e gestire una squadra puntando sui valori e sul fairplay ed in tanti lo ricordano con affetto e simpatia, tanto da augurarsi un suo rientro in veste attiva nel mondo del calcio. Esperto conoscitore delle vicende dilettantistiche calabrese e del campionato di Eccellenza in particolare,abbiamo deciso di coinvolgerlo per farci raccontare, dal suo punto di vista, cosa ha detto l'ultimo torneo.
Il campionato di Eccellenza ha rispecchiato i reali valori?
«È stato uno dei tornei più combattuti per il semplice fatto che non c'è stata una squadra che ha creato il vuoto. E'stata premiata la regolarità dell'Acri che dall'inizio del campionato ha mantenuto un passo costante».
Chi sono state le squadre che ti hanno sorpreso e quelle che hanno deluso?
«Acri, Soverato e soprattutto Isola tra le sorprese. L'Isola ha praticato un
bel calcio per tutta la stagione,con un organico composto prevalentemente da giovani sapientemente guidati dal duo Caligiuri e Arena mentre da Scalea e Roccella francamente ci saremmo aspettati qualcosa in più».
Chi è l'allenatore che, quest'anno,ha convinto di più?
«Caligiuri, Andreoli, Galati e Rosati. Per motivi diversi hanno fatto veramente bene ed a loro è giusto tributare i dovuti meriti».
Quali sono stati i giovani più interessanti?
«Eseola, Pirrotta, Rizzo, Cortale,Figliomeni sono quelli pronti per un palcoscenico più prestigioso dell'Eccellenza».
Favorevole o contrario alla regola dei quattro under per la prossima stagione?
«Mi trova sicuramente favorevole, poiché le squadre risparmiano notevolmente.
Non sono invece d'accordo sul fatto che ogni anno un ragazzo se non viene promosso in Serie D sparisca quasi dal panorama calcistico,spesso abbandonando il calcio già a 20 anni. La Lega ed i vari presidenti dovrebbero sedersi ad un tavolo e ridisegnare la regola. Si potrebbe,ad esempio, premiare,con l'iscrizione gratuita, la squadra che almeno nel campionato di Eccellenza utilizza più giovani durante le partite ufficiali di campionato.Il calcio ha soprattutto una valenza sociale».
Perché tante piazze di un certo blasone e tradizione non riescono amantenere
l'Eccellenza?
«Perché spesso non si programma e si pianifica nei minimi dettagli la stagione.
Mancano le linee guida e tante società non riescono ad ottemperare gli impegni per tutta la stagione.La società di calcio è una azienda e come tale la priorità è assolutamente rispettare il bilancio».
Che consiglio sente di dare a chi intende fare calcio e investire nei Dilettanti?
«Chiunque abbia passione fa bene ad avvicinarsi al calcio: è un momento di aggregazione purché si abbia cultura sportiva, soprattutto della sconfitta. Inoltre una condizione imprescindibile è quella dipoter disporre di una struttura moderna, dove poter allestire un settore giovanile, serbatoio per la 1ª squadra, anche perché prossimamente diventerà obbligatorio impiegare atleti fidelizzati».
Qualè il modo migliore per gestire una società senza andare in rosso con i bilanci?
«Occorre avere il coraggio di buttare nella mischia giovani che comunque abbiano qualità, voglia di affermarsi,cattiveria agonistica, spirito di abnegazione per le frequenze agli allenamenti. Non farsi sempre affascinare dai nomi altisonanti».
Che giudizio dare alla stagione della Palmese?
«Complessivamente positiva anche se la salvezza matematica è giunta quasi sui titoli di coda. Certo avrebbe potuto recitare un ruolo diverso soprattutto se avesse iniziato il ritorno con altro piglio. Purtroppo la Palmese è penalizzata per il fatto di giocare in un campo che è un eufemismo chiamarlo così. Continui infortuni muscolari limitano il rendimento dell'intera squadra, oltre a risentirne lo spettacolo, durante le partite ufficiali.Pertanto fin quando la Palmese non avrà un fondo in erba sintetica non ha senso pensare di allestire squadre che possano ambire a vincere il campionato, poiché si parte sempre con l'handicap. Comunque tradizione, storia e tifoseria meriterebbero altri palcoscenici.
E' stato dirigente e presidente della Palmese. E'ipotizzabile un suo rientro in parte attiva nel calcio dilettantistico calabrese?
«Vedremo, mai dire mai. A me il calcio piace moltissimo. Però per fare calcio non si può essere certamente avventurieri né improvvisare. Speriamo un giorno non tanto lontano di poter sposare nuovamente la causa neroverde, magari in un “Lopresti” finalmente ristrutturato, con l'erbetta sintetica».
ro. s.